Accademia Contemporanea 28/06/2012

“Nidi”

Ho pensato al nido come se fosse la mia veste, spoglia da ogni apparenza. Il nido infatti è memoria della vita dove raccolgo ogni frammento, è un luogo da cui parto e a volte ritorno. Le radici dell’essere prendono forma dall’intreccio delle mie mani e dai rami degli alberi che raccolgo nei boschi. Il nido è un corpo tondo, a volte ovale, è morbido; la sua forma è riconoscibile dall’odore del legno. E’ luogo protetto della ‘vita alata’ e rappresenta la ricerca di un linguaggio espressivo e plastico orientato verso la natura. Non è il nido il mio rifugio, bensì la natura con cui interagisco. In essa trovo un luogo che abito, dove mi abbandono allo scorrere del tempo: se da un lato manifesto un forte desiderio di vita e senso di appartenenza, dall’altro riscopro il continuo mutare del tempo, traccia invisibile del mio passaggio.