Biografia

Marianna Lodi nasce a Monza nel 1983. Nel 2006 consegue la Lode al corso quadriennale (VO) di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e nel 2011 si è laureata con lode al Biennio di Arti Visive presso la stessa Accademia. Attualmente vive a Usmate Velate (MB) e lavora a Milano.
Marianna Lodi naviga da sempre nel mare dei colori.
Disegnare è l’espressione più creativa ed immaginifica dei suoi pensieri: all’incipit del suo percorso il disegno era un pretesto per dare forma ai suoi sogni, oggi l'espressività dell'artista dialoga con gli elementi che la circondano e con gli avvenimenti del suo vissuto, traendo l’impulso con cui si dedica all’arte.
I suoi studi partono dalla resa realistica di ossa, conchiglie e pietre rifacendosi al segno leonardesco. Successivamente la sua ricerca artistica si sviluppa in più forme, sino ad addentrarsi in territori sconosciuti.
Dominata da un profondo desiderio di avventura e di immaginazione l’artista si mette in discussione ed intraprende un viaggio alla ricerca di un luogo misterioso dove celare e svelare le proprie intuizioni.
Dà luce così a paesaggi visti da lontano o dall'alto, attimi appena svelati come dopo un sogno. Ne è un esempio l’opera “Confine in ricordo di Jacopo” esposta a Milano presso il Museo della Permanente nel 2005, in cui l’artista svela mete che vanno al di là della sua immaginazione.
Forte di una spiccata versatilità artistica, l’artista sperimenta più generi e forme artistiche, spaziando dal teatro alla performance, alla produzione artigiana della carta col ricorso a materiali di recupero per arrivare alla fisicità intima delle sculture naturali, i nidi "Green generation", appartenenti al filone :"Find the Nature".
Dal 2011 Marianna Lodi collabora con l'artista Aldo Spoldi come performer, facendo capolino nel magico Mondo Nuovo dell’Accademia dello Scivolo.
Lo spirito della giovane artista si anima da ultimo delle sue più grandi passioni coltivate fin dall’infanzia: la danza ed il teatro.
“Vedere non più con gli occhi significa rivelare mondi che si spingono oltre lo sguardo”.

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